Quest’anno il presepe alla Chiesa dell’Assunta è stato ispirato dall’evento che coinvolge la nostra città di Milano per il 2015: L’EXPO universale.
Ci siamo orientati a un presepe simbolico scegliendo due realtà che ormai si contrappongo; la vita rurale (es. l’Abbazia di Chiaravalle oppure com’era l’antico borgo del Vigentino) e la città moderna industrializzata (la città di Milano).
Il messaggio che abbiamo voluto comunicare attraverso segni, che richiamano la vita rurale (semi, lenticchie, fagioli, spighe, pannocchie) e altri prodotti confezionati tipici della nostra società industrializzata, è che oltre al cibo fonte di nutrimento per l’uomo rurale e l’uomo moderno, esiste un nutrimento spirituale che alimenta la fame più profonda nel cuore di ciascuno di noi: la fame d’Amore. Ecco al centro la bella scena della nascita di Gesù tra Maria e Giuseppe, segno di questo grande amore di Dio per tutta l’umanità: Gesù pane che nutre e sfama attraverso l’Eucarestia e che VIVE in mezzo a noi.
Oltre alla fame fisica l’umanità porta in sé un’altra fame, una fame che non può essere saziata con il cibo ordinario. E’ fame di vita, fame di amore, fame di eternità.
Il segno della manna – come sappiamo dal libro dell’Esodo – conteneva in sé anche questa dimensione: era figura di un cibo che appagava questa fame profonda che c’è nell’umanità.
Gesù ci dona questo cibo, anzi, è Lui stesso il pane vivo che dà la vita al mondo (vangelo di Giovanni 6,51). Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del pane;
il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un semplice alimento con cui saziare i nostri corpi, come la manna; il Corpo di Cristo è il pane capace di dare vita, e vita eterna, perché la sostanza di questo pane è l’Amore.